Oggi vi voglio raccontare di Lisa, una polpetta spinosa davvero speciale.
È stata trovata in piena città, in Piazza della Foca a Bellinzona, il 27 luglio dell’anno scorso. Poverina, aveva un buco profondo sotto il mento e camminava agitata, come se cercasse qualcosa che non trovava. È stata portata a Quartino da Romina, che l’ha curata per diverse settimane.
Sempre un po’ irrequieta di indole, ma pian piano si è ripresa e dal 17 dicembre 2024 ha iniziato il suo letargo “sorvegliato”.
Lisa non ci vede bene da un occhio 🏴☠️ e , per questo, quando è arrivato il momento del rilascio, è stata portata proprio nel mio giardino che è grande abbastanza – tremila metri quadri di prato, cespugli e alberi – da permetterle di vivere in libertà ma con un minimo di sicurezza.
Io ero emozionata: Pimpa e Minù, le altre due polpettine spinose che avevo liberato insieme a Lisa, si sono rintanate subito nella loro casetta a dormire. Lisa no. Lei, impavida, ha iniziato a esplorare metro dopo metro, con una precisione quasi matematica. Ogni sasso, ogni scalino, ogni cespuglio venivano registrati nel suo GPS naturale. Era come vederla disegnare nella testa la mappa del nuovo mondo. 🗺️
Poi, all’improvviso, ha iniziato a “sputarsi” addosso. Io mi sono presa un bello spavento: pensavo di aver combinato qualche pasticcio e che stesse male. Ho chiamato subito Romina, che con calma mi ha spiegato. I ricci, come altri animali, hanno un organo speciale che si chiama organo vomeronasale, che funziona come un super-sensore per gli odori.
Quando trovano un profumo nuovo o interessante, se lo “masticano”, producono una schiumetta e poi se la spalmano sul corpo.
Non è un gesto di malessere, ma una specie di rituale per memorizzare meglio ciò che annusano. E in effetti, mentre lo faceva, Lisa si contorceva in posizioni buffe che non avrei mai immaginato da una creatura così.
A osservare tutta questa scena c’era anche Cleo, la mia cagnolina. Per due ore intere l’ha seguita passo passo, curiosa ma tranquilla.
Anche se è un cane da caccia, è ormai abituata a convivere con gli animali che soccorriamo e li rispetta molto. Ha annusato Lisa, ha capito che era una nuova “coinquilina”, e se n’è stata buona. Lisa, da parte sua, non sembrava affatto turbata: continuava per la sua strada, con i suoi progetti ben chiari in testa.
Nelle settimane successive mi è capitato di incontrarla spesso nel giardino dei vicini, poi pian piano le tracce si sono fatte più rare. Da mesi non la vedo più, ma sono quasi certa che stia bene. E quando, nello stesso giardino, ho visto quattro piccoli riccetti, ho sorriso pensando che forse la loro mamma era proprio lei.
Non lo saprò mai con certezza, ma mi piace immaginare Lisa felice, in giro per i campi, che mastica petali di fiori al tramonto.
Che bella storia, tenerissima!