Lo scorso weekend, io e Matteo abbiamo vissuto un’esperienza unica e indimenticabile: tre giorni di volontariato presso il Centro Recupero Ricci “La Ninna”, a Novello (CN), in Piemonte.
Il centro è nato grazie alla passione e all’instancabile lavoro del dottor Massimo Vacchetta, veterinario che da anni dedica la sua vita alla cura e alla riabilitazione dei ricci in difficoltà. Dal suo amore per questi piccoli animali sono nati anche diversi libri in cui racconta non solo storie di ricci, ma anche un messaggio profondo di sensibilità e rispetto verso tutte le creature fragili.
Ma ritorniamo a noi e a quando siamo stati al centro. In quei giorni il dottor Massimo non era presente, impegnato in conferenze e incontri: mi sarebbe piaciuto molto conoscerlo di persona.
Siamo partiti venerdì dopo pranzo da Lugano, con i sorrisi sul volto, tanta voglia di fare questa esperienza, una bella scorta di cioccolata svizzera 🍫 e una torta vegana come piccoli pensieri per chi sarebbe stato al centro.
Il viaggio, circa tre ore attraverso le Langhe, è stato uno spettacolo: colline morbide, filari di viti, grappoli d’uva pronti per la vendemmia… un panorama che già da solo meritava il viaggio.
Arrivati a Novello, un piccolo paesino di circa 1000 abitanti, ci siamo immersi nella realtà del centro.
Ad accoglierci c’era il meraviglioso team di “La Ninna”: Elisa, Irene e Maurizio, sempre operativi, competenti e appassionati. C’è poi Daniela, che ho conosciuto solo per messaggio ma che ha un ruolo fondamentale: coordina le giornate dei volontari e si occupa anche dell’alloggio a disposizione per chi viene ad aiutare.
Una squadra affiatata e instancabile!
La struttura ospita moltissimi ricci, alcuni purtroppo con gravi ferite causate soprattutto da incidenti con decespugliatori e tagliaerba. Altri, invece, stanno meglio e sono sistemati in spazi separati, in attesa di rimettersi in forze ed essere liberati.
Cosa abbiamo fatto, in concreto?
Ci siamo presi cura dei piccoli ospiti, iniziando dalla pulizia delle loro “casette” (preferisco chiamarle così piuttosto che “gabbie”, perché dentro non c’è prigionia, ma protezione e cure). E di casette ce ne erano taaaaanteeee! 😂
Ma non solo… armati di buona volontà e tanta allegria, io e Matteo ci siamo occupati anche di pesarli e monitorare il loro andamento di peso.
E che mondo abbiamo scoperto!
C’erano ricci di ogni tipo: chi senza una zampina, chi raffreddato, chi magrolino, chi addirittura senza aculei. Ognuno con la sua storia e la sua incredibile forza di vivere.
Ho avuto anche la possibilità di osservare da vicino come vengono gestite le medicazioni e le procedure più complesse: in questi casi i ricci vengono addormentati (non avevo mai visto una mascherina così piccola per indurre la sedazione).
È stato pazzesco vedere come un animaletto che normalmente si appallottola per difendersi, quando viene addormentato, si rilassi completamente e diventi tutto “molle”. So che può sembrare buffo, ma nelle mani dei veterinari sembravano quasi dei piccoli palloncini pieni d’acqua, delicatissimi da manipolare.
Una delle cose più curiose che ho imparato, invece, è che i ricci non sono sempre timidi e silenziosi: sanno soffiare, ringhiare e perfino mordere! Qui sotto un esempio di riccio “soffione” poco prima della pesata:
In Ticino non mi era mai capitato di vederlo con i miei ricci in giardino, perciò non potevo smettere di ridere nel trovarmi davanti a queste polpette spinose arrabbiate che sbuffavano per farsi rispettare e difendersi!
Abbiamo condiviso alcune ore di lavoro con altri volontari, come Luisa, una donna energica e generosa che ci ha spiegato tante cose e ci ha arricchiti con la sua esperienza.
Sono stati giorni intensi, faticosi, ma pieni di gioia. Torniamo a casa con il cuore colmo e con la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di prezioso.
Fare volontariato in un centro come “La Ninna” non significa solo aiutare gli animali e alleggerire il lavoro di chi li cura: significa anche crescere interiormente, imparare, ridimensionare i problemi quotidiani e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Se ne avete la possibilità, vi consiglio davvero di provare un’esperienza simile: vi arricchirà più di quanto possiate immaginare.
Bravi! Ottimo lavoro!